Kazakhstan: i leader religiosi di tutto il mondo a congresso
Per due giorni Astana, capitale del Kazakhstan, ha ospitato il IV Congresso mondiale dei leader delle religioni tradizionali, nel tentativo di trovare l’unità nella diversità delle visioni, e inviare un messaggio globale di speranza.
“Alla pace e alla concordia” è intitolato l’edificio a forma di piramide, che ha ospitato il congresso, cui hanno partecipato delegazioni provenienti da 47 Paesi, in rappresentanza di cristianesimo, Islam, buddismo, zoroastrismo, taoismo, giudaismo e così via.
Il rabbino capo di Israele Yona Metzger dichiara: “Il mio sogno è costruire qualcosa di simile alle Nazioni Unite a New York sul piano diplomatico, un’organizzazione unitaria dei leader religiosi in rappresentanza di tutte le Nazioni, che includa anche quei Paesi che fra di loro non hanno relazioni diplomatiche”.
Ma come, un’organizzazione multi-fideistica di questo tipo, potrebbe risolvere i conflitti nel mondo, numerosi dei quali scoppiati proprio in nome della religione?
Il Gran Muftì del Kazakhstan, Absattar Derbisali, sottolinea: “Tutti i leader religiosi chiedono a gran voce la pace e la concordia, e questo è uno degli obiettivi di questo congresso”.
Uno dei temi discussi dai delegati è stato il ruolo dei leader spirituali nel favorire uno sviluppo sostenibile dei loro Paesi. Qualle ruolo può avere la religione in questo momento di crisi economica?
Nick Baines, vescovo di Bradford dichiara: “L’attuale situazione mondiale, la crisi economica, hanno spinto le persone a chiedersi il perché di tutto questo. Perché ci stiamo preoccupando di tutto ciò, qual è il senso di questa vita? Quando parliamo di valori, in che cosa essi sono radicati? La gente si fa domande di natura pratica, sul come procacciarsi il pane per l’indomani, ma ci sono anchi gli interrogativi esistenziali, che sono quelli che stiamo cercando di trattare oggi”.
Secondo il presidente kazako, Nursultan Nazarbayev, il Paese è un esempio virtuoso di come possano convivere pacificamente culture differenti: “In primo luogo in Kazakhstan convivono più di 140 etnie e 40 differenti confessioni religiose. Ad Astana si vedono sinagoghe, templi, chiese”, dichiara, “La gente può partecipare liberamente alle cerimonie religiose ed esprimere i propri valori spirituali. In secondo luogo il Kazakhstan è stato un esempio per il mondo con il disarmo nucleare”
Questa pacifica convivenza fra le diverse etnie è ben incarnata dall’unione felice di Almira Isakova-Lee e suo marito Alexander, sposati da diversi anni.
“Io sono kazaka e lui è coreano, e stiamo ancora insieme”, racconta Almira, “Avere una fede diversa non ci impedisce di amarci. Cuciniamo insieme cibo coreano e kazako, in abbinamento ad altri piatti della cucina tradizionale del Paese. Secondo me la cosa più importante non è che religione ha mio marito, ma che persona è”.