La cassaforte del Kazakhstan. Sarà una delle tre economie più dinamiche del mondo

Un forziere d’oro che sa di esserlo, ma che non si mostra come dovrebbe agli occhi degli investitori stranieri. Questo il quadro che emerge dalla terza edizione dello studio non pubblico di Ernst&Young sull’attrattività del Kazakhstan per i capitali stranieri. E il paese, rafforzato dai vicini partner commerciali Russia e Cina, sta puntando su una diversificazione che intende svincolarlo dalla dipendenza dall’industria estrattiva ed energetica, mentre si afferma sempre più come una delle tre economie più dinamiche al mondo.

La stabilità macroeconomica.

L’obiettivo della società di consulenza è analizzare gli ultimi trend degli Fdi (Foreign direct investment – Investimenti diretti stranieri) nel paese e sondare il terreno tra chi ha già speso sul territorio. L’aspetto fondamentale che ha portato qui gli investitori nel 2012? La stabilità macroeconomica, sociale e politica. «Ciò», si legge nello studio, «rappresenta uno spostamento dalle due ricerche precedenti di EY, che mostravano come fossero il basso costo del lavoro e l’alta produttività a rendere il paese attraente per i capitali stranieri. Un cambiamento che, d’altra parte, può essere attribuito anche all’instabilità dell’economia globale». È questa incertezza che ha spinto gli investitori internazionali a guardare a paesi come il Kazakhstan come a delle casseforti in cui poter crescere.

I numeri. E la realtà degli investimenti stranieri nel paese conferma questa percezione. «Mentre il flusso di Fdi a livello internazionale è sceso del 18% tra il 2011 e il 2012, il Kazakhstan è rimasto una destinazione stabile per gli investitori, ricevendo 14 miliardi di dollari (10,6 mld euro) di investimenti. Gli investitori continuano a percepire il paese come un tesoro di risorse naturali, e considerano promettenti alcuni settori ad alto valore aggiunto. Il governo nel frattempo punta a ridurre la dipendenza del paese dall’industria estrattiva e a sviluppare un’economia più equilibrata e aperta agli investimenti, tentando di migliorarne la competitività».

Gli scambi con Cina e Russia. Ma lo sforzo del paese deve essere indirizzato comunque a migliorare la sua immagine all’estero, dato che si tende a sottovalutarne le potenzialità. E per superare questa sfida, è importante che il governo kazako intensifichi gli sforzi di comunicazione. «Il Kazakshstan sta divenendo un pezzo fondamentale della via della seta che unisce l’Est con l’Europa, la Turchia e il Medioriente», ha spiegato il vice premier Kairat Kelimbetov. «Due dei quattro Bric, Russia e Cina, confinano con il paese, e sono due dei suoi tre maggiori partner commerciali. Il 20% del petrolio è esportato in Cina, e con l’introduzione dell’Unione doganale e del mercato unico con Bielorussia e Russia, un’area da 170 milioni di persone, gli scambi con la Russia sono aumentati del 37% nel 2012. E il Kazakhstan punta ora a divenire membro dell’Organizzazione mondiale del commercio», ha concluso Kelimbetov.

Il dinamismo. La stabilità macroeconomica, spiega Ernst&Young nel recentissimo rapporto che non è stato ancora pubblicato, è percepita come il fattore fondamentale dall’84% degli investitori. E il paese diventerà una delle tre economie più dinamiche al mondo entro il 2015. Nonostante il declino degli investimenti stranieri diretti nel 2012, il Kazakhstan ha registrato un loro aumento. «Con 14 miliardi di dollari, è secondo solo alla Russia nei paesi del Csi (Comunità degli Stati indipendenti)».

Ma oltre alla stabilità dell’economia, sono le infrastrutture nelle tlc e il fisco favorevole ad attrarre investimenti stranieri.

Elisa Maiucci da www.formiche.net 

Scarica il dossier Ernst&Young in pdf su http://www.ey.com/Publication/vwLUAssets/EY-Kazakhstan-attractiveness-survey-2013-ENG/$FILE/EY-Kazakhstan-attractiveness-survey-2013-ENG.pdf