Un successo a “Maremetraggio 2013” il focus sul Kazakhstan
“Il cielo della mia infanzia” : questo il titolo del focus che il festival Maremetraggio di Trieste ha dedicato al Kazakhstan: una serata alla scoperta di questo Paese a cavallo tra Europa e Asia, raccontata attraverso il suo cinema e con una mostra fotografica che ne illustra bellezze paesaggistiche e aspetti culturali.
La rassegna, che ha fatto tappa al Teatro Miela di Trieste, é stata realizzata grazie alla collaborazione dell’Ambasciata della Repubblica del Kazakhstan in Italia e del Consolato Onorario del Kazakhstan per la regione Friuli Venezia Giulia, con la partecipazione dell’Ambasciatore della Repubblica del Kazakhstan in Italia Adrian Yelemessov e, in platea, della nazionale di basket kazaka, a Trieste per un’amichevole con la nazionale italiana. Al Teatro Miela sono stati proposti per la serata kazaka del 4 luglio due lungometraggi: Shal (Il vecchio, 2012) di Ermek Tursunov, il più noto regista del Kazakhstan, i cui film hanno partecipato con un buon successo di critica a festival europei ed extraeuropei, e L’Amore Virtuale (2012) di Amir Karakulov.
Due film agli antipodi: “Shal” è una storia di sopravvivenza, una sorta de “Il vecchio e il mare” di Hemingway in versione kazaka, che narra le vicissitudini di una famiglia, un vecchio, una nuora e un nipote, che conduce una vita ordinaria e insignificante in una steppa lontana. Commenta Tursunov: “Chiunque conosce Hemingway. In Kazakhstan c’è la steppa anziché il mare, ma entrambi rappresentano lo spazio immenso e sconfinato che intimorisce e affascina l’animo umano. Gli elementi sono quindi gli stessi del romanzo di Hemingway, ma ripensati in maniera differente. Il messaggio del film è che un uomo può essere ucciso, ma non sarà mai sconfitto”.
“L’amore virtuale” invece è il racconto di una ragazza bellissima e arrogante, che non nota il suo collega goffo e s’innamora invece di un belloccio su internet.
I due film offrono un confronto tra realtà e virtualità e una riflessione sul ruolo di internet, che riesce a cancellare i confini fisici tra Paesi tra loro distanti. Hanno completato il quadro due cortometraggi, Qongyr di Bekbulat Shekerov, e Tenyz kaskyry (Sea Wolf, 2012) di Almas Bektybaev, in concorso nella sezione Maremetraggio. Il primo è la poeticissima storia di un dolore per qualcosa di irrimediabilmente perduto, legato alle proprie radici e al passato, il secondo narra l’amore di un anziano marinaio per la sua nave e per il mare. L’uomo è certo che arriverà prima o poi il suo momento, ma vive la sua vita con speranza e fede. La rassegna è stata l’occasione per scoprire la varietà e la vitalità del mercato cinematografico kazako, che negli ultimi 10 anni ha registrato un sensibile aumento della produzione di film. Si è passati infatti da 2-3 film all’anno fino ai 22 del 2011.