Kazenergy: quanto durerà il petrolio ?
Sempre più raro e prezioso. Il petrolio è il protagonista al Kazenergy Forum di Astana, al quale hanno partecipato i rappresentanti della Camera di Commercio Italo-Kazaka. E il petrolio sarà protagonista anche sulla scena politico-economica dei prossimi decenni. Stimato raddoppio delle domanda energetica mondiale per il 2050 e allarme per le risorse del futuro dettano come imperativo quello della caccia a nuovi e sempre più costosi giacimenti.
“Il domani sarà caratterizzato da prezzi del petrolio che resteranno ancora ancora elevati – spiega Renato Bertani, presidente del World Petroleum Council -. Il perché risiede nel fatto che sempre più stiamo ora guardando al futuro. Nei prossimi decenni il petrolio resterà ancora la principale risorsa energetica e visto l’incremento della domanda, dobbiamo spingerci alla ricerca di nuovi giacimenti in aree sempre più impervie, difficili e quindi costose da esplorare e sfruttare”.
Culla di uno dei progetti più ambiziosi è proprio il Kazakhstan. E’ qui, che nel 2000 è stato localizzato il giacimento offshore di Kashagan: salutato dagli esperti come il più ricco dell’ultima quarantina anni, dovrebbe nascondere riserve fino a 16 miliardi di barili. Complessità e costi di uno sfruttamento a più riprese rinviato stanno però facendo meditare la ritirata alla statunitense Conoco Philips.
Archeologists discover Saka burial in South Kazakhstan
Archaeologists have discovered a unique find in what is now Shymkent.
According to Caspionet, it is a Saka burial with two gold discs displaying marine life dating back presumably to the fourth and second centuries BC. Now, according to scientists, it is 100 percent clear that ancient Sakas lived in what is now Shymkent.
“It is perhaps a symbiosis of Saka and Sarmatian cultures. It never happened here before as the Sarmatians lived in the West and Saks lived in the Zhetysu region in southern Kazakhstan. This is something new to our culture and perhaps it will push the limits of the Silk Road’s origin,” said Anatoly Shayakhmetov, employee of A. Margulan Institute of Archeology.
Scientists say that two people were buried here. However, one of the skeletons has not been preserved as the bones of presumably a man were strewn by robbers. Another skeleton belongs to a woman, most likely a slave. According to scientists, it is no accident that a board and a jug were buried next to the remains.
“When we opened the second burial, we found a lot of pottery fragments and sigs that they were richly buried and there was a gold foil that robbers left behind. This find will now be on display at the museum and we will open a new page in the relations of our ancestors to Europe,” said Bauyrzhan Baitanayev, Director of A. Margulan Institute of Archeology.
Scientists revealed only 4 out of 8 burial mounds for the time being. Archaeologists hope that the most sensational discoveries are still ahead. Works will continue in the area for another two years.
L’Unione Eurasiatica : cronaca della conferenza di Roma
Il 19 settembre 2012, nella splendida cornice della Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, a Palazzo Marini, si è tenuta la conferenza “L’Unione Eurasiatica – Sfida od opportunità per l’Europa?”. La conferenza è stata organizzata dall’IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie) con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dello Sviluppo Economico e di Roma Capitale, il sostegno di Conoscere Eurasia e del Consolato Onorario Russo di Verona. Questa è stata la prima conferenza internazionale sull’Unione Eurasiatica tenuta in un paese dell’Unione Europea.
Il primo panel, quello istituzionale, è stato introdotto dai saluti del direttore dell’IsAG Tiberio Graziani, dell’on. Marcello De Angelis e di Serena Forni (responsabile Relazioni internazionali di Roma Capitale), nel corso dei quali è stato delineato un quadro generale delle discussioni della giornata. In particolare è stato toccato il tema della multipolarità a livello globale, che si sta gradualmente sostituendo all’unipolarità successiva al crollo dell’Unione Sovietica. In questo quadro, l’Unione Doganale e l’Unione Eurasiatica, sua evoluzione, possono rappresentare nuove opportunità a livello economico. Inoltre, è stato sottolineato il fatto che strutture sovranazionali come l’Unione Eurasiatica o l’Unione Europea possano contribuire a fornire buone risposte ai problemi del mondo di oggi, in particolare a livello di identità e di cooperazione.
Il dibattito, moderato da Luca Bionda (direttore del programma Sistema Italia dell’IsAG), ha visto come protagonisti, nell’ordine, S.E. Evgenij A. Šestakov, ambasciatore della Repubblica di Bielorussia, S.E. Andrian K. Yelemessov, ambasciatore della Repubblica di Kazakistan, e il consigliere Aleksandr Zezjulin, dell’ambasciata della Federazione Russa.
Forum Eurasiatico – Verona 18-19 Ottobre 2012
Italia e Russia, insieme per lo sviluppo. Sarà Verona ad ospitare la quarta edizione del Forum Eurasiatico 2012, dedicato all’innovazione e all’internazionalizzazione tra due Paesi che, dal 2011 ad oggi, possono vantare un notevole incremento di interscambio commerciale (+23 per cento).
All’incontro, che si terrà il 18 e 19 ottobre 2012 al Palazzo della Gran Guardia di Verona, parteciperanno imprese, istituti finanziari e rappresentanti istituzionali di Russia, Bielorussia, Ucraina, Kazakhstan e Cina, insieme per elaborare programmi congiunti di collaborazione industriale ed economica.
Fra i tanti partecipanti, si contano anche Alexei Meshkov, Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Romano Prodi, presidente della Fondazione per la collaborazione tra i popoli, Andrei Akimov, presidente di Gazprombank ed Evgeni Primakov, ex premier della Federazione Russa.
Il forum è organizzato dall’associazione Conoscere Eurasia, Intesa San Paolo e Gazprombank con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Italia, del Comune di Verona e del Senato della Russia, con la collaborazione dell’Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Per sapere come partecipare all’incontro, clicca qui
Per conoscere in dettaglio il programma e la lista degli interventi, clicca qui
Per maggiori informazioni: www.forumverona.com
Italia ed Eni cercano equilibrio nelle relazioni con il Kazakhstan
Fin dalla sua indipendenza, il Kazakhstan è stato un partner fondamentale per l’Italia. A giocare la parte del leone nei rapporti bilaterali è stata da sempre la sete energetica del Belpaese: oggi l’Italia importa infatti l’85% delle risorse energetiche che consuma. E il mirino di Roma è puntato soprattutto verso la regione centro-asiatica.
I due pilastri della strategia energetica italiana verso i paesi dello spazio post-sovietico sono Azerbaigian (che si classifica al primo posto in assoluto) e proprio il Kazakhstan. Durante la crisi libica è stata Baku a sopperire alla carenza di Roma di fonti energetiche. Una strategia, questa, che sembra però destinata a cambiare. La politica italiana mira infatti a garantirsi l’accesso alle risorse in un’ottica di lungo periodo. I giacimenti kazaki contengono l’1,8% delle riserve mondiali, mentre quelli azeri solo lo 0,4%. Secondo tali stime, le relazioni con Astana assicurano una stabilità più duratura che Baku non è in grado di garantire. Il recente calo di produzione di idrocarburi azeri sembra confermare quanto detto sinora, oltre a rendere necessaria la ricerca di altre e più affidabili fonti.
In orbita il nuovo “occhio” europeo sul clima
Dalla base di lancio di Baikonur, nel Kazakhstan, è stato lanciato Metop-B, il nuovo occhio europeo su clima e meteorologia clima. Metop-B e’ stato lanciato alle 18,39, ora italiana e avrà l’obiettivo di contribuire alle previsioni meteorologiche e monitorare i cambiamenti climatici dallo spazio per almeno cinque anni.
Trasportato da una Soyuz, Metop-B raggiungerà la sua orbita definitiva a circa 800 chilometri di altezza. Lavorerà da un’orbita polare, da dove darà fondamentali contributi alla meteorologia e allo studio del clima. Le operazioni di messa in orbita del satellite sono guidate dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) che, una voltaverificato nei prossimi mesi il corretto funzionamento della strumentazione, affiderà Metop-B al controllo di Eumetsat, l’Organizzazione europea per l’utilizzo dei dati meteo da satellite.
Metop-B e’ il secondo di una serie di tre identici satelliti meteorologici in orbita polare che provvederanno, in maniera complementare con i satelliti MeteoSat posti a 36.000 chilometri di distanza, a monitorare costantemente il clima. Metop-B fornira’ informazioni dettagliate su temperatura e tasso di umidita’ della superficie terrestre e oceanica oltre ai dati su venti, correnti marine e livelli di ozono.
Nazarbayev per un serie di incontri nella Regione del North Kazakhstan
Il presidente Nursultan Nazarbayev è in questi giorni nella regione North Kazakhstan, con capitale Petropavl.
Durante il suo viaggio di lavoro, Nazarbayev è entrato in contatto con la campagna di raccolto ed ha incontrato i produttori agricoli della regione.
Gli agricoltori hanno riferito dei progressi della campagna in corso e parlato della capacità di raccolto che quest’anno è inferiore rispetto agli altri anni, per via delle condizioni climatiche sfavorevoli dovute all’estate torrida. Hanno ringraziato il Presidente Nazarbayev per i sussidi elargiti nel periodo primaverile e per l’assistenza fornita nei fertilizzanti chimici e nei pesticidi.
In conclusione, il Capo di Stato ha disposto che i produttori agricoli dovranno fare il possibile per aumentare il potenziale di export del grano, di produzione da stoccare e della sua trasformazione. Per far ciò, lo Stato ha creato tutte le condizioni necessarie. L’Unione Doganale contribuirà maggiormente anch’esso.
Iss, ritorno sulla Terra per due cosmonauti e astronauta
Due cosmonauti e un astronauta della Stazione spaziale internazionale (Iss) sono rientrati stamattina sulla Terra atterrando nelle steppe del Kazakhstan. L’americano Joe Acaba e i russi Guennadi Padalka e Sergei Revine hanno fatto ritorno sul pianeta dopo 123 giorni a bordo di una navetta Soyuz dotata di un grande paracadute bianco, come mostrano le immagini diffuse dell’agenzia spaziale americana. I tre sono stati immediatamente presi in consegna dai medici. “I tre membri dell’equipaggio sono un buona salute e si stanno riadattando alla gravità”, afferma la Nasa sul suo sito web. A bordo della Iss rimangono al momento l’americano Suni Williams, il giapponese Aki Hoshide ed il russo Yuri Malenchenko: saranno sostituti da un nuovo equipaggio il 17 ottobre
a rinascita della nuova cattedrale di Karaganda, l’ex città-lager di Stalin
Dedicata alla Vergine di Fatima, la chiesa è stata dedicata domenica scorsa. Per i vescovi del Paese, essa rappresenta anche “un epitaffio e luogo di espiazione in onore delle vittime” e “un simbolo di evangelizzazione”. “Prendendo in considerazione l’innumerevole numero di prigionieri che sono passati nei campi di lavoro forzato del Karlag – scrivono ancora i vescovi – è giusto dire che la terra del Kazakhstan in nessun altro luogo è stata così profondamente irrorata dal sangue e dal pianto di vittime innocenti della repressione comunista”.
“Un aspetto degno, un epitaffio e luogo di espiazione in onore delle vittime” della persecuzione comunista, un simbolo di evangelizzazione: è la nuova cattedrale di Karaganda, in Kazakhstan – inaugurata domenica scorsa – nelle parole di una lettera pastorale dell’episcopato del Paese. L’avvenimento è stato ricordato da Benedetto XVI che, all’Angelus, ha inviato il suo “cordiale saluto ai cattolici e a tutti i cittadini del Kazakhstan”. A rappresentare il Papa, come suo legato, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, che ha presieduto la dedicazione della cattedrale, dedicata alla Madonna di Fatima.
La cattedrale sorge al centro di quello che era chiamato il “Karlag”, parola composta da “Karaganda” e “lager”. I campi di concentramento della regione di Karaganda, durante l’epoca staliniana coprivano un’area grande all’incirca come la Francia e “ospitavano” le vittime della persecuzione politica e religiosa: fra i deportati, migliaia di cattolici di nazionalità polacca, ucraina, tedesca, lituana e bielorussa. Tra loro, anche sacerdoti, che hanno dato vita a una prima Chiesa clandestina. Ma solo il 19 marzo 1977 la Chiesa cattolica ricevette per la prima volta il permesso di celebrare una messa pubblica: si tenne in una baracca. Ed è stato necessario attendere il 29 giugno del 1980 per vedere un vescovo cattolico celebrare pubblicamente una messa sul suolo del Kazakhstan: era mons. Alexander Khira. Prima di lui, l’aveva fatto un uomo chiamato monsignor Richard di Burgundy, morto martire intorno al 1340.
“Prendendo in considerazione l’innumerevole numero di prigionieri che sono passati nei campi di lavoro forzato del Karlag – scrivono ancora i vescovi – è giusto dire che la terra del Kazakhstan in nessun altro luogo è stata così profondamente irrorata dal sangue e dal pianto di vittime innocenti della repressione comunista”.
Il “lungo periodo di grandi sofferenze” sofferto dal Paese è stato evocato anche dal card. Sodano che, all’omelia, presenti circa 1.500 persone, ha definito la nuova cattedrale come “un luogo privilegiato ove noi possiamo rendere pubblicamente il culto a Dio e ricevere da lui luce e forza per il nostro cammino”. Il porporato ha anche invocato la protezione della Vergine sulla comunità cristiana del Kazakhstan. Che la vede già nel fatto singolare che il permesso di costruzione della cattedrale è stato concesso dalle autorità statali il 13 maggio 2003, nell’anniversario della prima apparizione della Vergine a Fatima.